scritta Alfa Club Abruzzo

Il mitico marchio Alfa Romeo

Il 2010 segna per l’Alfa Romeo il significativo traguardo dei 100 anni di vita e non c’è “alfista” che non sia consapevole. Ma, c’è una contemporanea scadenza che merita un cenno commemorativo: compie 100 anni il mitico marchio del Biscione, adottato fin dal primo modello uscito dalle officine milanesi del Portello e costantemente mantenuto fino ai nostri giorni, sia pure con una serie di successive lievi ( ma significative ) modifiche che cercheremo di ricordare.

Il Biscione nella sua accezione automobilistica nasce, nel lontano anno 1910 che vede la ragione sociale della fabbrica milanese del Portello abbandonare la iniziale di “SIA Darraq Milano” per il nuovo acronimo “ A.L.F.A.” dove le quattro iniziali stanno per “ Anonima Lombarda Fabbrica Automobili”. E’ lo stesso Giuseppe Merosi, primo progettista delle vetture della neo-costituita Casa italiana, a ricevere, nel mese di giugno, l’incarico di studiare anche lo stemma da applicare sul radiatore della 24 HP, con la quale farà il suo debutto come prima vettura A.L.F.A. Romano Cattaneo, suo diretto collaboratore, ebbe una felice intuizione. Nel cuore della Milano storica, si trovo’ ad ammirare l’imponente Castello visconteo e la splendida Torre che era adornata dal grande emblema del Biscione, stemma della dinastia dei Visconti. Così nacque l’idea che quel simbolo italiano e milanese poteva essere fatto proprio dalla nascente A.L.F.A. Merosi approva e così prende forma il primo storico schizzo del marchio, nel quale al Biscione visconteo si affianca la croce che da sempre simboleggia il Comune di Milano il tutto circondato dalla scritta “ ALFA MILANO “ nella quale fra le due parole sono interposti i due fregi riproducenti il “nodo di Savoia”, tradizionale emblema della famiglia regnante italiana. Sarà lo stesso Cattaneo, non per nulla disegnatore professionale, ad eseguire il bozzetto definitivo dello stemma multicolore- rossa la croce di Milano in campo bianco, verde il Biscione coronato in campo blu. Ma quali sono le origini del duplice emblema?La croce che ne occupa la parte sinistra ricorda un evento risalente all’epoca della prima Crociata in Terrasanta, il gesto coraggioso di un milanese che si inerpicò sulle mura di Gerusalemme per piantarvi il sacro simbolo della croce. Indubbiamente, però, l’interesse maggiore si appunta sul famoso Biscione a quattro spire della metà destra dello stemma, che ha finito per segnare la Casa automobilistica italiana. L’origine dell’emblema visconteo risale, secondo la leggenda, a Ottone Visconti, capostipite della nobile famiglia lombarda. Sempre durante la prima Crociata, egli avrebbe ucciso in duello un saraceno che sul proprio scudo aveva, come blasone, un serpente che divora un uomo, e appunto da questo emblema avrebbe derivato il proprio vessillo.Nella versione originaria del 1910 il marchio circolare aveva un diametro di 65 millimetri. Durante la prima stagione produttiva della Casa, conclusasi nel 1915, prima dello scoppio della prima guerra mondiale, l’emblema rimase praticamente inalterato, con l’unica variazione rappresentata dal fatto che la scritta “ ALFA MILANO “, inizialmente dorata, a partire dal 1913 fu realizzata in smalto bianco.Nel primo periodo post bellico, dal 1920 al 1925, il marchio conservo’ le stesse caratteristiche, con un’unica rilevante modifica: al semplice logo ALFA si era sostituito quello della nuova ragione sociale della casa, “ ALFA-ROMEO ( con il trattino divisorio fra le due parole ). La prima vettura con il marchio ALFA-ROMEO fu la “ Torpedo 20-30 HP “ . L’ing. Nicola Romeo, imprenditore di origini napoletane, nel 1915 assunse il controllo dell’A.L.F.A.Alla fine del 1925, l’Alfa Romeo decise di arricchire il proprio stemma circondandolo con una corona d’alloro in metallo argentato, per solennizzare la conquista, avvenuta nel settembre dello stesso anno, con la vittoria a Monza, del primo Campionato automobilistico del mondo. Per effetto di questa integrazione il marchio risulto’ maggiorato a 76 millimetri, per poi nel 1930, rimpicciolito con la riduzione del diametro a 60 millimetri, per via del nuovo styling aerodinamico dei frontali .Nei quindici anni successivi, fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, il marchio rimase inalterato per le vetture destinate al mercato italiano. Ma quelle vendute in Francia a partire dal 1932 ne ebbero uno diverso, con la parola “ PARIS “ al posto della parola “MILANO”; e dal 1933 per le Alfa destinate ai mercati esteri la parola “MILANO” fu sostituita da tre nodi sabaudi.Alla ripresa produttiva del 1945 lo stemma perse il motivo decorativo dei nodi sabaudi, rimpiazzati da anonimi fregi ondulati. Nella stessa occasione il marchio venne ristilizzato, per la verità in modo esteticamente infelice, e perse sia il fondo colorato, sia la linea divisoria fra i due campi. Il diametro fu ridotto a 54 millimetri, ma all’impoverimento dell’emblema contribuì in maniera del tutto negativa, la decisione di realizzarlo in semplice lamiera stampata, privandolo dei tradizionali colori.A partire dal 1950 il marchio riacquista il suo antico splendore. Torna infatti ad essere realizzato in ottone e smalto, anche se lo spessore della corona dall’alloro viene ridotto per non alterare la misura dei 54 millimetri.Le due ultime variazioni si hanno rispettivamente nel 1960, quando il metallo è abbandonato in favore di un materiale sintetico ( con resa estetica di ottimo livello ) e nel 1972, quando la parola “MILANO” viene eliminata in considerazione del fatto che ormai le Alfa Romeo sono costruite nel nuovo stabilimento di Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli.