LA RINASCITA DI UN SOGNO
Come un lampo che squarcia il sereno, finalmente è arrivata, così all’improvviso, una meravigliosa creatura chiamata 4C.
Era da tempo che si vociferava tra i corridoi della Casa milanese di nuova una sportiva per infiammare ancora i cuori di migliaia di Alfisti in tutto il Mondo. L’abbiamo sognata, immaginata, aspettata e ora come d’incanto s’è manifestata sbalordendo non solo gli amanti della Casa del Biscione ma anche i sostenitori di altri marchi altrettanto blasonati. La 4C è molto più di una semplice auto: è una visione. Si, una visione onirica che in passato bisognava quasi sussurra per non sfatare l’incanto. Oggi è qui a ribadire che invece proprio quel sussurro è diventato un grido per far capire al Mondo che l’Alfa Romeo è viva, è pulsante e piena di nuove idee ed innovazioni. Tutti senza dubbio ci domandiamo se la 4C è il mezzo giusto per traghettare l’eredità e i fasti delle sue gloriose antenate. Una su tutte la mai abbastanza decantata 33 stradale del 1967 da cui riprende molti aspetti sia dal punto di vista stilistico, sia meccanico. Auto progettate dalla mente di uomini figli di realtà sociali e ideologiche molto diverse ma accomunati dalla stessa passione per l’auto ma soprattutto mossi da una profonda convinzione: creare l’automobile perfetta. Ovviamente la perfezione non esiste ma spingersi il più possibile ad essa è stato uno dei capisaldi di tutti gli uomini che in oltre 100 anni hanno lavorato all’Alfa Romeo. L’ing. Orazio Satta Puliga amava ribadire che l’auto migliore era sempre l’ultima. Prendendo come spunto queste parole allora possiamo ribadire che nella 4C sono racchiusi oltre 100 anni di tradizione della Casa di Arese. Se Henry Ford fosse ancora qui tra noi, non avrebbe dubbi nel togliersi nuovamente il cappello innanzi a tale atto di bellezza, di forza e di grazia. Per osservarla basterebbe un piccolo sguardo perché è lunga meno di 4 metri, precisamente 3989mm; a patto che sia ferma, perché lungo le strade difficilmente concederà una posa ai molti che la vedranno perché come si è capito, la 4C non è solo una scultura in movimento, è soprattutto una vera e propria auto da corsa. I numeri ci sono tutti: da 0-100 in soli 4.5 secondi con una velocità di punta che sfiora i 260 km/h. Prestazioni che fanno capire immediatamente che la 4C è la “prima della classe”. Il segreto? Motore centrale in alluminio da 1750 cc turbo benzina da 240 cavalli a 6000 giri minuto, una scocca in fibra di carbonio di 65 Kg, un rapporto peso potenza di soli 4 kg / Cv, cambio automatico TCT a doppia frizione, peso a vuoto complessivo di 895 Kg, manettino D.N.A con modalità Race Launch Control e per finire l’immancabile trazione posteriore. Tutti ora sanno di cosa è capace quest’auto ma nessun rilevamento tecnico misurato con i computer potrà mai sostituirsi al giudizio di un Alfista. Quest’ultimo infatti non è stato mai solo un semplice cliente bensì l’elemento più importante per la fabbrica stessa. Le Alfa Romeo hanno fatto fantasticare intere generazioni di persone, migliaia di giovani le hanno desiderate fuori le vetrine degli autosaloni, veicoli che hanno accompagnato la vita di un intero Paese sia nei momenti tristi che in quelli felici. Le vetture che si sono foggiate del prestigioso stemma quale è il Biscione hanno caratterizzato per sempre una ben precisa epoca cambiando anche i costumi degli italiani stessi e non solo. Sono auto che sfidano i tempi perché da un’ Alfa si deve trarre godimento estetico e piacere alla guida anche a distanza di anni. La 4C, ha il delicato compito di soddisfare tutto e tutti, di rispondere a centinaia di domande ma soprattutto di saper meritare quel marchio sul cofano e solo un vero Alfista appunto può essere l’unico a dire se questa sportiva sarà in grado di esaudire tutte le aspettative. L’augurio più grande per questa nuova sportiva è che davvero faccia sognare ancora come solo una vera Alfa Romeo sa fare. Ecco la 4C, ecco la nuova fabbrica dei sogni.
Christian Vesperini